BMB 2001

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giovedì 22 luglio 2010

La BMB 2001 ricorda Marco


Il 25 Luglio saranno 17 anni che Marco (Naf, Narchione o semplicemente Marco di Campi) ci ha lasciati.
E' difficile parlare di chi ha lasciato in noi, nei suoi amici, in curva un vuoto incolmabile. Ce lo ricordiamo nelle foto in bianco e nero della Fiesole pioniere di quel movimento Ultras a Firenze che si materializzò nel suo massimo splendore con la nascita degli Ultras 73. E' sempre stato e continua ad essere un punto di riferimento costante e vivo dentro di noi.
Durante tante riunioni del gruppo ci siamo chiesti ma Marco cosa avrebbe fatto? Cosa avrebbe detto?
Quando l'Onda d'Urto si sciolse e, per far vivere la sua memoria, in accordo con la madre fu scelto il nome BMB (Brigata Marco Ballerini) anche i più vecchi erano titubanti e si chiedevano: ma chi siamo noi per portare il nome di uno che ha fatto la storia della Fiesole? Poi abbiamo deciso che comunque il nome andava onorato e ricordato.
Di sicuro non siamo stati all'altezza del compito che ci siamo presi, del resto nessuno o quasi avrebbe potuto esserlo, però ci abbiamo messo tutta la nostra passione. Abbiamo cercato di seguire i suoi insegnamenti in un mondo, quello della curva, che nel giro di pochissimi anni è cambiato radicalmente.
Ci manca quel “vocione” di uno che lanciava i cori senza nemmeno il megafono, uno che con un'occhiata ti fulminava ma capace di gesti di amore e amicizia straordinari. Chi ha avuto la fortuna di camminare con lui sa bene di cosa parliamo.
Marco, come quelli della sua generazione, era solito metterci la faccia, parlava perché aveva diritto e titoli per farlo.
Noi la sua “faccia” l'abbiamo portata in ogni stadio, in ogni partita.
Ma dal prossimo anno non ci sarà quella “pezza” in balaustra, non ci saranno i bandieroni e le bandiere della BMB: questo mondo, né siamo certi, non è il suo mondo.
Se la Fiesole sarà capace di ripartire, magari sotto altre forme e soprattutto più unita, forse quel “volto” tornerà nella SUA curva.
Potremmo continuare a parlare di Marco infarcendo queste righe di retorica, ma non sarebbe da lui, o con ricordi che forse non interessano a molti.
Chiudiamo con una cosa vera, sincera.
Marco amava la sua curva, la sua città, quelle maglie Viola più di ogni altra cosa.
Questo dovremmo imparare tutti: prima viene la Fiesole, Firenze, la Fiorentina.
Se solo ci riuscissimo ne guadagneremmo tutti.

giovedì 15 luglio 2010

Tessera o non tessera, questo è il problema


La questione della tessera del tifoso è sicuramente una delle pagine più vergognose che siano mai state scritte negli ultimi anni in Italia. Pensavamo che dopo PayTV, tornelli, biglietti nominativi ed autorizzazioni per striscioni e bandiere fossimo giunti al capolinea con le restrizioni, ma non è così per chi vuole speculare sui tifosi. È vergognosa perché limita la libertà di un singolo individuo a poter assistere ad una partita: se non ho la tessera non potrò comprare il biglietto. È vergognosa perché è una pura, ennesima operazione economica a vantaggio di uno stretto numero di istituti bancari. È vergognosa soprattutto perché va a colpire la passione, l'affetto che una persona può avere per la propria città ed i propri colori. È vergognosa perché quindi suscita pareri contrastanti all'interno delle curve e degli stessi gruppi di tifosi, a volte facendoli mettere uno contro l'altro. È per questo che pensiamo che la soluzione non è fare o non fare la tessera ma quella di restare uniti come gruppo e come amici, nella speranza che un giorno gli stadi, oramai sempre più vuoti, ritornino a splendere di sorrisi, colori e canzoni.

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