BMB 2001

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venerdì 31 dicembre 2010

Il 2010 per la Brigata Marco Ballerini


Un altro anno è passato, un altro anno se ne va lasciando in noi il ricordo di trasferte affrontate, vittorie sudate, sconfitte brucianti, bandiere sventolanti e tante domeniche passate insieme al seguito della nostra amata Fiorentina.
Per la BMB il 2010 è stato sicuramente un anno positivo: da gennaio a maggio siamo stati apprezzati da tutta la curva Fiesole, e non solo per la presenza nel nostro settore di 6 bellissimi bandieroni circondati da numerose altre bandierine.
Grande successo ha riscosso la gigantografia di Marco, per la quale abbiamo ricevuto complimenti da tutti.
Ci siamo inoltre distinti per la presenza in consistente numero ad ogni trasferta, una su tutte Cagliari, dove abbiamo colorato il settore con le nostre bandierine tenute a mano.
Sul finire di stagione abbiamo presenziato, con tanto di striscione, a due sfide decisive per la promozione in serie B, purtroppo mancata, dei nostri fratelli gialloblu dell'Hellas Verona e al ritiro estivo dei viola a Cortina.
Il 2010 è proseguito poi con l'inizio di questa stagione calcistica contraddistinta purtroppo da quel nuovo metodo repressivo e anticostituzionale rispondente al nome di "tessera del tifoso". La BMB però non si è disunita, ha partecipato ai dibattiti estivi collettivi, ha discusso al suo interno ed ha deciso di non tesserarsi come gruppo, anche se nutre il massimo rispetto per chi, del club o meno, ha deciso di sottoscrivere la card.
Dopo le prime due giornate di difficoltà e incomprensioni, il movimento "noi non tesserati" ha acquistato coesione e organizzazione, situandosi al centro del Parterre e colorandolo prima con bandierine acf 1926 e poi con svariati bandieroni, oltre che portando con sé sempre più persone.
Ci sono state anche delle difficoltà nel farsi accettare dal resto della curva tesserata, soprattutto la prime giornate quando "il parterre" entrava 10 minuti dopo l'inizio della gara per manifestare il proprio dissenso e veniva puntualmente fischiato dal resto della tifoseria.
Infine i non tesserati, fatti passare dallo stato, dall'opinione pubblica e dal viminale come i "cattivi", sono stati molto limitati nella loro attività di tifosi, dovendo subire torti di ogni genere e vedersi vietare praticamente tutte le trasferte. Nelle rarissime occasioni dove è stato dato il via libera i non tesserati non hanno fatto mancare il loro apporto presentandosi in 300 a Genova, dove poi sono stati vigliaccamente messi nel settore ospiti, in un centinaio di sabato pomeriggio a Udine e in 200 di martedi sera a Parma per gli ottavi di coppa italia.
La BMB, all'interno del movimento non tesserato, sta avendo un ruolo importante, sia per quanto riguarda le bandierine, i bandieroni e sia nell'organizzazione di iniziative quali l'aperitivo con Antognoni e il dibattito con Martucci. Inoltre si è cercato di essere sempre presente, sia in casa che in trasferta, con un buon numero di ragazzi al seguito.
Concludo con l'augurio di un glorioso 2011 e la speranza di continuare su questa strada, anche per chi da lassù ci guarda e sicuramente sarebbe fiero di noi!
MARCO VIVE

martedì 14 dicembre 2010

A coloro che seguono la squadra allo stadio


When they kick at your front door/ How you gonna come?/With your hands on your head/Or on the trigger of your gun! (The Clash – The Guns of Brixton – 1978)

Eh già, la domanda che si facevano i mai dimenticati Jones e Strummer è oggi più che mai – metaforicamente – legittima: quando ci prendono a calci la porta, come andiamo ad aprire, a braccia alzate o con il dito sul grilletto?

Ecco, fuor di metafora, oggi noi tifosi come dobbiamo porci di fronte a tutto quello che ci stanno facendo? E, per di più, viene da chiedersi se veramente abbiamo chiaro quello che ci stanno facendo? Ma ancor prima, a ritroso logicamente e psicologicamente, chi siamo?

Siamo il calcio, quello vero, quello fatto di emozioni e passioni, siamo quelli che vivono all’infinito 90 minuti, che pensano calcio, vedono calcio, sentono calcio, vivono calcio. Siamo quelli che usiamo i nostri colori come segno di identificazione, i nostri inni come colonna sonora di un’intera vita, le nostre gioie come voglia di vivere, i nostri dolori come momenti di nero da superare in fretta. Siamo gente che ama alla follia, o meglio siamo folli che hanno imparato l’amore e lo insegnano a propria volta. Siamo contagiati e contagiosi, orgogliosamente imperfetti, eroicamente stupidi, coscientemente incoscienti. Siamo capaci di tutto per niente. Siamo soli anche in mezzo a migliaia come noi ma ci sentiamo a casa ogni volta che vediamo i nostri colori. Vinciamo e perdiamo per interposta persona, ma poi in fondo pensiamo che sono quelli che vanno in campo che giocano casualmente al posto nostro. Senza di noi crediamo che il mondo non esisterebbe, con noi il mondo è migliore.

Ma di fronte a tutto questo, forse proprio per questo, quelli che lentamente ma inesorabilmente ci hanno strappato il giocattolo dalle mani, hanno cominciato a darci calci in faccia.

Hanno rubato le nostre maglie, riempiendole di vergognose patacche; hanno preso i nostri scarpini colorandoli come a carnevale; hanno drogato le nostre squadre per vincere senza gloria; hanno cambiato le regole per far contente le televisioni; hanno comprato e venduto giocatori per strappare le bandiere; hanno parlato sempre di bilanci ma mai di sogni; hanno silenziato i microfoni per non far sentire le nostre voci; hanno rovinato gli stadi per arricchire quattro palazzinari; hanno represso la nostra voglia di vivere spengendoci i fumogeni; ci hanno levato l’appartenenza sciogliendo i gruppi; hanno tarpato le ali alla nostra fantasia togliendoci gli striscioni; hanno rovinato il tempo dell’attesa dandoci parole vuote ogni secondo; hanno spento l’ardore con gabbie e reti; hanno rovinato i nostri riti laici inventando un calendario inesistente; hanno trasformato le domeniche in settimane e le settimane in mesi; hanno fatto diventare tutti campioni tanto che i campioni non esistono più; hanno voluto ministri poliziotti che colpissero i tifosi e parlamentari tifosi che gli indicassero chi colpire; hanno sparato a Gabriele Sandri e hanno detto che era un caso; hanno diviso chi era unito con tessere per dire chi era bravo e chi no; hanno messo barriere di ogni tipo per impedirci di andare allo stadio; hanno voluto stadi vuoti per riempire i divani; hanno messo i tifosi finti per coprire gli stadi vuoti; hanno fatto tutto questo ed altro e poi hanno cercato qualcun a cui dare la colpa… E, magicamente, per questo noi eravamo perfetti.

Ma hanno fatto i conti senza di noi. Siamo tifosi e lo saremo sempre: non alzeremo mai le mani.

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